La fibra
Oggi la parola “fibra” la ritroviamo molte volte al giorno in pubblicità per l’accesso ad internet. In realtà nella maggior parte dei casi è usata impropriamente perché nella nostra azienda o abitazione non verrà mai nessuno a collegarci una fibra, ma il “solito” doppino di rame (FFTC Fiber to the cabinet). È però altresì vero che a poca distanza questo cavo verrà convertito in fibra ottica per ottenere maggiori prestazioni nel trasferimento dei dati verso o da un servizio esterno (pagine web, tv in streaming, telefonia voip e molto altro). Solo pochi di noi avranno a casa un vero e proprio cavo in fibra ottica (FTTH Fiber to the home).
Ma che cosa è questo cavo? In modo molto semplice e conciso è un tubicino di vetro (core) dove corre rimbalzando sulle pareti un fascio di luce. Questo tubicino poi viene ricoperto da uno strato di materiale (cladding) molto importante per migliorare la trasmissione del segnale; esistono poi altri possibili rivestimenti e per ultimo troviamo anche armature o protezioni anti roditore.
La velocità e la lunghezza sono tra le caratteristiche più comuni quando si parla di fibra ottica, ma non dimentichiamo che questo cavo non subisce influenze da parte della corrente elettrica; è quindi perfettamente idoneo ad essere installato in canalizzazioni elettriche o all’interno di macchine operatrici.
Le limitazioni di velocità di questo cablaggio le abbiamo a causa del materiale del cablaggio stesso e dalla potenza dei trasmettitori e ricevitori che si trovano alle estremità. Nelle sezioni seguenti cerchiamo di analizzare in sintesi questi aspetti.
Fibra singola e cavo in fibra
Quando parliamo di fibra ottica ci riferiamo in genere ad un solo cavo che all’interno ha un certo numero di fibre singole. Il cavo di rame ethernet di tipo rj45 ha al suo interno 8 cavetti twistati (attorcigliati) in 4 copie twistate tra di loro. Il cavo in fibra ottica generalmente contiene fibre singole nella quantità di 4, 8, 12, 16, 20 o 24; possiamo avere tagli differenti anche di centinaia di fibre singole, ma normalmente i tagli evidenziati sono i più commerciali e più usati nelle installazioni aziendali.
È naturale quindi capire che un’altra differenza con il cablaggio in rame è data dal fatto che un cavo ethernet collega solo 2 punti (pc con pc, pc con switch, switch con switch, ecc) mentre con un cavo in fibra da 8 fibre singole colleghiamo 4 utenze. Ogni utenza per funzionare ha bisogno di 2 fibre singole, una trasmette e l’altra riceve (vedi la sezione cablaggio strutturato).
A parziale contrapposizione con quanto detto nel paragrafo precedente, oggi stanno prendendo piede in italia anche le fibre PON in diverse declinazioni che prevedono una sola fibra di connessione tra due punti e la trasmissione con la ricezione avviene su due frequenze diverse. (sezione Fibre PON)
Colori della fibra
Esistono colori standard dei singoli capi di fibra all’interno del cavo principale. In genere sono 12 colori che diventano 24 accoppiando il colore NERO come secondario. Ecco una tabella:
primario |
secondario |
blu |
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arancio |
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verde |
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marrone |
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grigio |
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bianco |
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rosso |
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nero |
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giallo |
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violetto |
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rosa |
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celeste |
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blu |
nero |
arancio |
nero |
verde |
nero |
marrone |
nero |
grigio |
nero |
bianco |
nero |
rosso |
nero |
nero |
nero |
giallo |
nero |
violetto |
nero |
rosa |
nero |
celeste |
nero |
Tipi di fibra ottica
Esistono sul mercato diversi tipi di fibra, ma quelli più “comuni” o “commerciali” sono praticamente due: multimodale e monomodale.
La fibra multimodale ha una dimensione del core (tubicino interno dove passa la luce) pari a 50 μm e nel tempo ha avuto dimensione anche di 62,5 μm anche se oggi è molto in disuso.
La fibra monomodale ha una dimensione di 9 μm al core. Per entrambe le fibre il cladding (rivestimento esterno) ha dimensione 125 μm. Questa notevole differenza di dimensione fa si che il segnale in una fibra monomodale rimbalzi molto meno e quindi sia meno attenuato all’arrivo garantendo una distanza totale più lunga. Infatti mentre la multimodale è usata per distanze più brevi o in ambiante “aziendale” normale, la monomodale è impiegata per tratte lunghe o in genere dalle aziende di telecomunicazioni. Non va dimenticato che il core della fibra monomodale ha queste prestazioni perché i trasmettitori sono a tecnologia laser, molto potente, mentre nel multimodale sono a led. Altra differenza sta nel prezzo in quanto tutto ciò che è a corredo di una fibra multimodale è in genere più economico (il led costa molto meno del laser) della controparte monomodale; spesso le differenze sono anche molto evidenti.
Le fibre usate per realizzare un impianto PON sono solo di tipologia monomodale.
Entrambe le soluzioni vengono fornite con cavo “normale” o armato e anti roditore.
Tipi di cavo
Per cavo in fibra intendiamo l’intero assemblato del cavo singolo della fibra e non solo la sua parte interna. Questo cavo ha diverse classificazioni in coincidenza con tecniche diverse di costruzione e risultati diversi di attenuazione. Possiamo vedere la tabellina allegata di seguito per capire che i cavi di tipo OM4 (fibra ottica multimodale tipo 4) è più performante della OM3, OM2 o OM (la più vecchia e lenta). E’ da poco uscita la OM5 che supporta diverse lunghezze d’onda in parallelo. Se la fibra è di tipo monomodale parliamo di OS1 e OS2; quest’ultima più performante della prima.
Se sino a poco tempo fa per impianti piccoli o di brevi stanze si usata il cavo multimodale per il rapporto prestazioni/prezzo, ultimamente la fibra monomodale ha colmato questo gap quasi totalmente e quindi il nostro consiglio è di avvalersi di fibre monomodali perché decisamente più scalabili in velocità.
Interno o esterno, armata o meno
I cavi in fibra possono essere costruiti in diversi modi e quindi adatti a diversi usi. Le fibre da interno in genere sono di tipo tight e cioè senza gel protettivo, senza tubo interno di protezione e con un solo strato di guaina. Il cavo risulta essere molto flessibile ed adatto per bretelle o patch piuttosto che per usi esclusivamente interni e protetti.
Le fibre da esterno in genere hanno ulteriori tubi di protezione interna e soprattutto il gel; da qui il nome di fibre loose. Il gel è fondamentale nelle installazione in esterno in quanto permette ai materiali di protezione di dilatarsi con le temperature, ma mantiene inalterato il nucleo della fibra che contrariamente si spezzerebbe perché sostanzialmente rigido. Possono poi essere dotate di armatura per utilizzi particolari, che poi tanto particolari non sono. In breve abbiamo armature dielettriche o ad acciaio corrugato. Le prime in genere usate per tesate e quindi esposte ad agenti atmosferici anche estremi. Le seconde più genericamente antiroditore e quindi più adatte ad interramenti.
I tipi di cavo di fibra sono molti perché molti sono gli usi, gli ambienti nei quali posarli e soprattutto molte sono le tecniche di stesura; da quelle meccaniche a quelle manuali. Molto importante è spesso la composizione della guaina esterna del cavo; nel caso di fibre per interno è spesso richiesto che il cavo non emetta gas nocivi in caso di incendio (LSZH); nel caso di fibre per esterno il problema non si pone. Considerate molto seriamente questa qualità perché molti siti ove vanno posate le fibre sono sottoposti a certificazioni antifuoco che richiedono espressamente l’uso di materiali non infiammabili, ritardanti o, in ogni caso, a bassa emissione di gas tossici.
I connettori
Nel tempo ci sono stati molti tipi di connettore e la loro differenza spesso è solo nella forma o nella dimensione. Alcune ditte si sono spinte a crearne di proprietari, ma nel tempo non è stata una buona scelta per i costi generalmente più elevati e per la non compatibilità con il resto del mondo del cablaggio. Hanno resistito quelle soluzioni create ad arte per macchine operatrici o sistemi proprietari ove le condizioni ambientali sono particolari o il costo del connettore non incide sull’investimento totale.
Ad oggi possiamo affermare che il miglior connettore commerciale o da centro elaborazione verso le apparecchiature di rete è il tipo LC, ma per i cablaggi strutturati possiamo aggiungere l’SC (è un LC un po’ più grande). Il connettore ST (è un sistema a baionetta) è ormai caduto in disuso anche per le sue scarse prestazioni.
I connettori sono composti da diverse parti; la parte più importante si chiama ferula ed è la parte centrale in fibra.
Le ferule
La “punta della ferula” ha diverse forme:
- PC – ha una forma leggermente arrotondata e quindi il punto di contatto con un altro connettore si avrà solo nella parte centrale della fibra; soluzione che si trova nei connettori più vecchi e ad oggi poco performante
- UPC – ultra PC – ha una forma sempre leggermente arrotondata, ma la superficie di contatto è decisamente superiore rispetto alla punta PC; questo aumenta di parecchio le prestazioni
- APC – la ferula viene tagliata con un angolo di 8 gradi e questo determina, oltre ad un migliore contatto, che la riflessione della luce non avvenga verso la sorgente ma venga dispersa verso l’esterno del cavo. Questo tipo di ferula è molto usato con i cavi monomodali in quanto i trasmettitori sono laser, generalmente molto potenti, ed il ritorno del segnale li potrebbe danneggiare.
Gli adattatori
In un cablaggio in fibra ottica spesso vengono usati degli adattatori che hanno il compito di mettere in contatto due ferule e meglio due connettori. In genere gli adattatori vengono usati temporaneamente durante le fasi di installazione e/o di certificazione. Ad esempio in una misura OTDR è quasi sempre indispensabile aggiungere "pezzi di fibra" (bobine di lancio) per una corretta lettura del tratto interessato e queste aggiunte temporanee si ottengono con gli adattatori. Questi piccoli oggetti si differenziano tra loro per il tipo di connettore (ad oggi SC o LC simplex o duplex sono i più usati) e per la tipologia di fibra che connettono quale monomodale OS1 e OS2, multimodale OM1 sino a OM5. Questa ultima caratteristica è evidenziata dal tipo di colorazione del adattatore. Qui di seguito i colori più usati:
- OS2 SC/PC o SC/UPC colore blu
- OS2 SC/APC colore verde
- OM4 SC/PC o SC/UPC colore viola
- OM4 LC/PC o LC/UPC colore viola
- OS2 LC/PC o LC/UPC colore blu
- OS2 LC/APC colore verde
Esistono anche adattatori che connettono fibre SEMPRE dello stesso tipo, ma con connettori diversi; questi ultimi sono poco usati, perchè in genere si preferisce usare le patch. Vengono spesso usati quando si devono applicare modifiche ad un cablaggio esistente e datato che magari usa connettori vecchi difficili da trovare sul mercato; gli installatori e certificatori ne hanno in dotazione qualora si trovino a lavorare su connettori che i loro strumenti non supportano.
Il cablaggio strutturato
Per quanto riguarda il cablaggio strutturato possiamo affermare che l’unica differenza con il cablaggio in rame è che servono due fibre singole per avere una connessione tra due punti. Quindi abbiamo una fibra singola per la trasmissione ed una fibra singola per la ricezione. Annotiamo però qualche particolare:
- se abbiamo una fibra singola per ogni mandata, la nostra comunicazione è di tipo full-duplex e cioè la banda aggregata (sommata) è ovviamente il doppio; significa che mentre trasmettiamo possiamo anche ricevere
- quando parliamo di fibra singola non ci riferiamo a un cavo di fibra ottica completo, ma una sua singola fibra interna (vedi la parte di definizione del cavo in fibra ottica)
Tranne quindi per il fatto che abbiamo bisogno di due fibre singole per avere una connessione, tutto il resto è praticamente uguale al cablaggio strutturato in rame.
Polarità della fibra
Abbiamo da poco affermato che per una connessione tra due punti necessitiamo di due fibre singole se non parliamo delle fibre PON, ma normali. Le due fibre non sono intercambiabili perché gli apparati alle estremità identificano precisamente la fibra che trasmette da quella che riceve. È quindi ovvio che se colleghiamo tra loro due trasmettitori non funzionerà nulla (stessa cosa per due ricevitori), ma servirà connettere un trasmettitore con un ricevitore e viceversa.
Le giunte
Con le fibre ottiche esiste una tecnica di giuntura delle fibre stesse che ci permette di estendere la distanza di una precedente fibra o di spezzare una tratta molto lunga in più pezzi di cavo per poi collegarli (in media una tratta ha una lunghezza massima di 1 o 2 km).
La tecnica di giuntura di due fibre si è talmente perfezionata da essere usata anche al posto della connettorizzazione classica e cioè piuttosto di installare il connettore alla fine della fibra per poterci collegare un apparato, si salda un pezzo di fibra con connettore pre-installato da una macchina industriale per avere la massima resa e la minor attenuazione del segnale. Questi pezzi finali di fibra con il connettore installato dal costruttore si chiamano pigtail.
Le giunte ovviamente servono anche in caso di rottura della fibra ottica per ripristinare la tratta senza dover cambiare tutto il cavo e ripartire dall’inizio con tutti gli ovvi costi di sorta.
Attenuazioni
Per attenuazione si intende il calo della potenza che il segnale subisce dalla partenza al rilevamento finale. Quando il calo è molto alto e quindi l’attenuazione è molto alta, il ricevitore non sarà in grado di comprendere bene il segnale trasmesso e sarà costretto a gettare la comunicazione richiedendone una copia; una ulteriore richiesta di copia aumenterà ovviamente il tempo totale per ricevere l’intero dato a destinazione e quindi sarà di certo minore la velocità totale della nostra linea.
Il cavo in se ha già un livello di attenuazione “normale” e ogni interruzione dello stesso a causa di giunzioni o connettori porterà un aumento della attenuazione. Quindi l’attenuazione totale di una tratta è data dalla somma delle attenuazioni naturali del cavo stesso più tutti i connettori, più tutte le giunte e più tutti i problemi relativi allo stato di installazione del cavo stesso.
Le attenuazioni si misurano in decibel (db) ossia la differenza di potenza espressa in milliWatt (mW) tra quella iniettata in ingresso e quella che troviamo alla fine; se il valore è positivo siamo di fronte ad un amplificatore, ma il nostro cablaggio avrà sempre un valore negativo che però deve essere più prossimo possibile allo zero indicando quindi l’assenza di perdita di potenza. Le attenuazioni indicate qui di seguito sono da considerarsi valori medi per prodotti ad oggi sul mercato:
- L’attenuazione di un cavo in genere è di 1db a chilometro.
- Un connettore installato sul posto ha una attenuazione che va da 0,5 a 1,0 db (0,75 db è lo standard accettato)
- Un connettore installato in fabbrica e giuntato ha una attenuazione di 0,3 db
- Una giunta va da 0,05 a 0,1 db
- È molto facile comprendere che sia molto più performante giuntare dei pigtail (pezzi di fibra con il connettore installato di fabbrica) piuttosto che collegare dei connettori sul posto.
L’attenuazione del cavo va invece verificata sulle specifiche del cavo stesso ricordando quanto affermato nel punto “Tipo di cavo”. Vedi la tabella al paragrafo successivo in merito alle attenuazioni sui cavi e sulle distanze.
Lunghezza d'onda
Le lunghezze d'onda della luce utilizzate nelle comunicazioni in fibra ottica sono misurate in nanometri (nm), e sono le seguenti: 850 nm, 1300 nm e 1550 nm
Se parliamo però di fibre PON le lunghezza d’onde usate sono 1490 nanometri (nm) per il segnale downstream e di 1310 nm per quello upstream. La lunghezza d'onda di 1550 nm è riservata per servizi opzionali, tipicamente video (analogico) in radiofrequenza. Il valore 1625 o 1650 è utilizzato dai sistemi di controllo/certifica OTDR per controllare un ramo specifico senza interrompere la comunicazione sull’intero impianto.
Le velocità
Se uniamo il tipo di cavo con le nostre attenuazioni installate, otteniamo una tabellina che ci potrà dire a che distanza possiamo arrivare usando una certa velocità. Questa misura ci servirà per capire che tipo di fibra acquistare e come inserire i nostri punti di connettorizzazione e/o giunzione. Ad oggi possiamo dire che la massima velocità raggiungibile su prodotto comuni commerciali è 100Gbit anche se per soluzioni “aziendali” ad oggi usiamo la 10Gbit e la 40Gbit per installazioni già molto specifiche.
Standard di trasmissione |
Lunghezza massima |
||||
100 Mb Ethernet |
1 Gb Ethernet |
10 Gb Ethernet |
40 Gb Ethernet |
100 Gb Ethernet |
|
OM1 (62.5/125) |
2000m |
275m |
33m |
Non supportato |
Non supportato |
OM2 (50/125) |
2000m |
550m |
82m |
Non supportato |
Non supportato |
OM3 (50/125) |
2000m |
550m |
300m |
100m |
100m |
OM4 (50/125) |
2000m |
1000m |
400m |
150m |
150m |
OM5(50/125) |
- |
- |
400m |
150m |
150m |
Per quando riguarda i dati OM5 non sono ancora ufficiali sugli standard.
In relazione alle distanze espresso, ecco la tabella relative ai livelli massimi di attenuazione:
|
1000BASE-SX |
10GBASE-S |
40GBASE-SR4 |
100GBASE-SR10 |
OM1 |
2.60 dB |
2.4 dB |
Non specificato |
Non specificato |
OM2 |
3.56 dB |
2.3 dB |
Non specificato |
Non specificato |
OM3 |
3.56 dB |
2.6 dB |
1.9 dB |
1.9 dB |
OM4 |
Non specificato |
2.9 dB |
1.5 dB |
1.5 dB |
OM5 |
Non specificato |
2.9 dB |
1.5 dB |
1.5 dB |
Quindi, nel tuo progetto, devi prendere in considerazione ENTRAMBI la distanza e la perdita per assicurarti che la tua applicazione funzioni. La fibra OM4 ha bisogno di una ridotta perdita di fibre per supportare 100GBASE-SR10 a 150 m.
|
850 nm |
1300 nm |
1310 nm |
1550 nm |
OM1 |
3.5 dB/km |
1.5 dB/km |
|
|
OM2 |
3.5 dB/km |
1.5 dB/km |
|
|
OM3 |
3.0 dB/km |
1.5 dB/km |
|
|
OM4* |
3.0 dB/km |
1.5 dB/km |
|
|
OM5 |
3.0 dB/km |
1.5 dB/km |
|
|
OS1 ISP |
|
|
1.0 dB/km |
1.0 dB/km |
OS1 OSP |
|
|
0.5 dB/km |
0.5 dB/km |
OS2 ISP |
|
|
1.0 dB/km |
1.0 dB/km |
OS2 OSP |
|
|
0.5 dB/km |
0.5 dB/km |
ISP = Installazione interna, OSP = Installazione esterna
La differenza sostanziale tra la OM4 e la OM5 non è nelle prestazioni di distanza, ma nel supportare diverse lunghezze d’onda ed in particolare 880nm, 910nm e 940nm. Questo fa si che possa supportare sino a quattro trasmissioni simultanee a diverse lunghezze d’onda. Ovviamente stiamo parlando di trasmettitori e ricevitori ad oggi piuttosto particolari.
Connettori Gbic
I connettori gbic sono in genere dei tranceiver (convertitori) che hanno al loro interno il modulo di trasmissione e di ricezione del fascio luminoso nonché una basetta che si connette al nostro apparato di rete (pc, server o spesso switch) per comunicare con il resto del mondo. La versatilità di queste Gbic è molto ampia ed ha permesso ad apparati come gli switch di poter montare porte di diverso tipo e di diversa velocità senza dover cambiare sempre tutto l’apparato. Segnaliamo però una cosa molto importante: le Gbic non sono autosensing e quindi hanno una sola velocità. Di solito siamo abituati ad avere le porte in rame che vanno da 10 a 100 o 1000 Mb a seconda dell’apparato che è dalla parte opposta; con le Gbic questo non capita e quindi dobbiamo sapere da subito cosa dobbiamo acquistare.
Le Fibre PON
Tra le diverse forme di costruzione di una rete esistono le reti in fibra ottica; tra queste reti esistono quelle ottiche passive o PON (passive optical network) che generalmente sono usate per raggiungere le utenze terminali di reti complesse. Per utenze terminali intendiamo un utente casalingo di internet oppure un sensore in una azienda, un client in una azienda, un access point a bassa densità, ecc. Generalmente questa tecnologia è caratterizzata da una unità centrale che raggiunge tante terminazioni grazie a degli sdoppiatori, splitter, che possono duplicare un segnale centrale in 2,4,8,16 o 32 derivazioni identiche. Per questa particolarità sono molto usate a copertura del cosiddetto “ultimo miglio”
Nomenclatura
Alcune varianti delle fibre PON
- PON = Definizione generica di fibra ottica passiva
- APON/BPON = primi impianti con tecnologia PON a 622Mbit in download e 155Mbit in upload
- GPON = reti attuali con tecnologia PON con 2,488Gbit in download e 1,244Mbit in upload
- 10GPON = ultima evoluzione della tecnologia PON con 10Gbit in download e 2,5Gbit in upload
Caratteristiche
I progetti di tipo PON (passive optical network) hanno delle caratteristiche particolari rispetto ad un impianto in fibra ottica tradizionale. Possiamo riassumere il tutto in questo modo semplice:
- PON = usa un solo capo in fibra
- PON = due lunghezze d’onda per il download e per l’upload
- PON = uso splitter (sdoppiatori) per partire da un punto (OLT) e raggiungere più destinazioni (ONU) contemporaneamente
- PON = meno porte switch di rete usate
- PON = tipo di fibra generalmente usata: monomodale OS2
- PON = tipo di ferula usata generalmente: APC
Prestazioni
Questo tipo di tecnologia ha in ogni caso prestazioni minori rispetto a quella “standard” che usa due capi di fibra, uno per la trasmissione ed uno per la ricezione. Non è solo il fatto che lo standard usa due capi, ma soprattutto la prestazione è massima in quanto vengono connessi solo 2 punti e non, come nelle PON, un multipunto. La tecnologia PON poi, ad oggi, raggiunge 2,5Gbit in download e 1,25 in upload.
Componenti fisici fibre PON
In un impianto PON ci sono diversi apparati fisici che servono per il normale funzionamento. I nomi sono:
- OLT – unità centrale collegata da un lato allo switch della rete e dell’altro verso le ONU
- ONU/ONT – unità periferica che si sincronizza con l’OLT per iniziare la comunicazione e dall’altra parte generalmente in ethernet verso il punto esterno. Molti costruttori hanno realizzato apparati con diverse terminazioni anche wifi, analogiche per telefonia, analogiche per televisioni ed ethernet per pc e altro.
- SPLITTER – sdoppiatore intelligente di rete che permette ad un capo di fibra di ripartire con 4, 8, 16,32 e altri capi di fibra verso i punti finali. In genere il numero massimo degli splitter in cascata è 3, ma su impianti particolari può aumentare.
Utilizzo
Ad oggi e soprattutto all’estero è usata per portare internet in plessi estesi o in condomini anche grandi. In Italia è installata per lo stesso scopo da poco, ma per questioni territoriali, spesso viene usata la tecnologia FWA e cioè la fibra portata via wireless in una zona estesa.
Un utilizzo decisamente interessante si potrebbe configurare in ambienti industriali ove ci sono problemi ambientali, lunghezza, tensioni elettriche o altro, che impediscono ad un impianto in rame di esprimere prestazioni o stabilità. La possibilità di raggiungere pc di produzione, plc, access point veloci, ma a bassa densità di client, sono alcuni esempi di terminazioni raggiungibili da fibre PON con un basso impatto economico, ma un alta prestazione. Un altro ambiente idoneo alle fibre PON per prestazioni/prezzo potrebbe essere l’esterno di un plesso industriale ove potrebbero essere connesse telecamere di videosorveglianza, antenne trasmissive, access point da esterno, impianti citofonici informatici e molto altro.
Contro fibre PON
Tecnicamente parlando abbiamo detto che rispetto alle fibre standard le prestazioni sono sempre inferiori anche se in alcuni casi leggermente.
- Non possono essere usate per tutti gli usi, ma per raggiungere molti punti partendo da un punto centrale unico. Ad esempio non possono essere usate per mettere in stack switch di rete o per congiungere armadi ad alte prestazioni, tratte dorsali tra ced diversi, ecc; in genere dove abbiamo bisogno di tanta banda in modo bidirezionale e bilanciato.
- Non idonee per operazioni mission critical. Dobbiamo fare attenzione che un guasto su una tratta di fibra potrebbe causare un blocco su molte unità periferiche contemporaneamente perché non è possibile configurare una configurazione ridondata o circolare.
- NO POE. Con questo connessioni l’apparato di terminazione ultimo non può usare l’alimentazione di tipo poe e cioè su cavo. Questo implica in alcuni caso la stesura di un cavo di alimentazione dedicato se si vuole centralizzare l’uso di corrente stabilizzata o controllata oppure l’utilizzo di un teleruttore remotizzabile non cavo di reset fisico dell’apparato. Con l’alimentazione poe tutto è più semplice.
PRO fibre PON
- Possiamo raggiungere molti punti partendo da una sola porta di switch di rete. In altro modo con fibre tradizioni dovremmo ipotizzare switch con molte porte in fibra o molti convertitori fibra-rame con un elevato dispendio economico o un proliferare di apparati di conversione.
- Costo ridotto per l’impianto. In genere usando un solo capo di fibra il numero delle giunzioni e delle certificazioni diminuisce anche più che sensibilmente diminuendo il costo di impianto. L’uso di un apparato OLT collegato a multi apparati periferici ONU/ONT diminuisce anche di molto l’uso degli switch tradizionali con porte in fibra con un notevole abbattimento dell’investimento iniziale e dei costi di manutenzione, aggiornamento e sicurezza per i periodi successivi allo startup.
Integrazione fibre standard e PON
Senza ombra di dubbio la miglior soluzione è l’integrazione delle due tecnologie. L’uso delle fibre standard è la miglior soluzione per l’interconnessione degli apparati di rete di dorsale, ma anche di piano ove le terminazioni devono essere in rame ad alta velocità, in fibra ad alta velocità o con caratteristiche mission critical.
L’uso delle fibre PON va invece preferito quando dobbiamo raggiungere molti punti terminali che non hanno una importanza particolarmente alta e che generalmente non necessitano di eccessiva banda, ma che si trovano lontani o in ambienti difficili. Per lontano non intendiamo sempre superiori a 90 metri (limite della tratta in rame), ma già oltre i 40 metri abbiamo un notevole abbattimento della scalabilità della connessione in merito alla velocità futura. Per una installazione di fibre interna ad una azienda, sia essa standard o PON, l’unico vero limite che reputiamo importante è l’impossibilità di usare il POE; esistono però alternative che, se anche meno pratiche, possono essere adottate per controllare l’alimentazione di apparati installati in zone critiche o con problematiche hardware di reset periodico.
Problematiche generali sulle fibre
Alcune riflessioni sulle problematiche che generalmente si incontrano nel mondo della posa delle fibre. Ogni singolo punto è veramente veramente importante:
- pulizia e pulitura dei connettori. Quando i connettori sono sporchi il grado di attenuazione si impenna con una perdita notevole del segnale.
- Incastro della patch nel permutatore. Quando l’allineamento del core della patch non è perfetto con quello del cavo o dell’altro connettore in genere si ha una notevole perdita di segnale. Anche tensioni sui connettori per una disposizione non corretta dei cavi nei cassetti ottici può portare con il tempo a continue perdite di segnale.
- Troppe connessioni lungo la tratta. Una cattiva pianificazione del progetto con i dati di attenuazione globale minima sulla quale calcolare la velocità finale, fanno si che non si possa raggiungere l’obiettivo perché troppi connettori attenuano troppo il segnale.
- Connettori di scarsa qualità. Quando le terminazioni hanno scarsa qualità o peggio hanno una geometria della superficie terminale irregolare favoriscono una alta attenuazione del segnale.
- Polarità del segnale. E’ un guasto molto facile da rilevare in quanto il sistema non funziona. Se si inverte i cavo di trasmissione con quello di ricezione il sistema si ferma.
- Pieghe e rotture. Lungo la tratta della fibra possono esserci pieghe o peggio rotture che influiranno negativamente sulla gestione dei dati.
- Connettori vecchi. Se i connettori sono stati posati alcuni anni or sono potrebbero avere il problema di essere secchi e cioè di non avere più all’interno la quantità giusta di gel e colla per un giusto bloccaggio; spesso durante una normale manutenzione ad un cassetto ottico le fibre si sfilano da questi connettori.